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Testimonianze: La pesca Nettarina conquista per la rapidità del consumo; ben lavata senza doverne asportare la buccia che è glabra, e spiccagnola al punto giusto e si lascia aggredire a morsi come una mela. E il sapore è gradevolmente zuccherino, non vira quasi mai verso note più acerbe, piu dolce pero e la varietà gialla rispetto a quella bianco-rossastra. Ottima soluzione per la merenda dei bambini che possono gustarla senza l’intervento dell’adulto e senza il supporto del bavaglio antimacchia.
Tecniche tipiche: La pesca Nettarina viene ottenuta con tecniche tradizionali e rispettose dell’ambiente. La dimensione degli alberi deve essere determinata in vista di ottenere prodotti di alto livello qualitativo; occorre effettuare almeno tre raccolte senza danneggiare il frutto. Il limite massimo sono di 2.000 piante per ettaro, relativamente alla produzione. Le forme di allevamento sono: palmetta, fusetto, vaso e vasetto ritardato. Ove possibile la difesa fitosanitaria di prevalente utilizzo deve far ricorso alle tecniche di lotta integrata o biologica. La Nettarina di Romagna all’atto dell’immissione al consumo, deve avere le caratteristiche proprie delle diverse specie previste, con diametro minimo di 25 millimetri (per le cultivar a polpa gialla) o 23 millimetri (per quelle a polpa bianca) e tenore zuccherino minimo di 11° brix.

Zona di produzione: Provincia di Ravenna

Origini storiche: La Nettarina ha avuto origine dalla persica Laevis, della famiglia Rosacee, genere Prunus. La presenza nel territorio di Romagna è molto antica. Con il nome di “pesca noce” è citata nel trattato seicentesco di Vincenzo Panara “L’economia del cittadino in Villa”.