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Notizie aggiuntive: Nel 1313 il nuovo signore di Faenza, Francesco Manfredi, contribuì al compimento del ponte delle Torri (forse il più singolare monumento urbano della Faenza medioevale) che collegava la città con il Borgo Durbecco: nel 1842 il ponte fu però distrutto da una piena del fiume Lamone. Il Ponte attuale, il Ponte delle Grazie, collega corso Saffi con corso Europa, la via principale del borgo.
Percorrendo il corso sulla destra s’incontra la chiesa di S. Antonino, dell’architetto Giuseppe Soratini (1682-1762), annessa ad un monastero di camaldolesi, la cui facciata in laterizio presenta due ordini di uguale larghezza, mentre il bell’interno di derivazione romana ha cappelle laterali architravate.
Poco più avanti si trova il più antico edificio religioso del Borgo Durbecco, la chiesa di S. Maria Maddalena, detta la Commenda. La sua fondazione, con l’annesso Ospizio del Santo Sepolcro, risale ai primi decenni del XII secolo. La chiesa era Commenda dei Cavalieri dell’Ordine di S. Giovanni di Gerusalemme, poi Cavalieri di Malta, e conobbe il suo momento di maggior splendore con la presenza del commendatario lombardo frà Sabba da Castiglione che dal 1518 si ritirò nella Commenda, facendovi realizzare importanti opere murarie e pittoriche. L’interno della chiesa è a navata unica coperta con volta, in cui sono resti di affreschi trecenteschi; nel catino absidale un affresco commissionato nel 1533 da frà Sabba al pittore Girolamo da Treviso raffigura la Madonna in trono fra S. Maria Maddalena e S. Caterina d’Alessandria e frà Sabba inginocchiato e in alto il Padre Eterno in gloria; nella parete di sinistra vi sono un affresco con Madonna con il Bambino del XIV-XV secolo e il sepolcro di frà Sabba del 1545-50: sopra la lastra tombale (con epigrafe dettata da frà Sabba), il pittore Francesco Menzocchi raffigurò frà Sabba inginocchiato tra il Battista e la Maddalena in adorazione della Vergine e ai lati le figure della Pietà e del Silenzio. Nel suggestivo chiostro, restaurato di recente, si trova la sede del Rione Bianco, uno dei cinque rioni storici della città.
Nel parco adiacente alla chiesa si può osservare l’interno di un torrione con la stanza semicircolare coperta a cupola e la struttura ad arcate che sostiene le mura. La cinta del Borgo ha caratteristiche simili a quella della città e presenta alcuni angoli suggestivi, come le vecchie casupole sorte sopra due torrioni visibili scendendo da via Mura Polveriera. La Porta delle Chiavi (in fondo a corso Europa) è l’unica superstite delle cinque porte della città, anche se alquanto alterata. In origine infatti era dotata di apparato a sporgere e di merlatura, ma in seguito fu abbassata variando anche le finestre. Il nome della Porta deriva dall’offerta delle chiavi della città fatta a Pio IX in visita a Faenza nel 1857.

Come arrivare: Dal casello autostradale percorrere via Granarolo in direzione Faenza Centro. Alla rotonda dopo il cavalcavia sulla ferrovia voltare a sinistra in viale IV Novembre. Al secondo semaforo voltare a destra in via Mura Mittarelli. Al successivo semaforo voltare a sinistra: superato il ponte sul Lamone si entra nel Borgo Durbecco.