Indirizzo: Via Madonna della Salute, 69
Testo analitico: Il Santuario della Madonna della Salute di Solarolo sorge in vicinanza del paese in aperta campagna. Costruito tra il 1731 e il 1735, è una struttura ottagonale arricchita con quattro cappelle. L’esterno presenta la suddivisione in due ordini, come da tradizione cinquecentesca, con lesene aggettanti e cornici dal profilo netto e preciso. Unica concessione al gusto settecentesco il timpano arcuato al ripiano superiore, che si differenzia da quello triangolare dell’ordine inferiore.
Vi era anche il campanile con la cuspide a forma di cipolla ma è scomparso in seguito alle vicende belliche. L’interno si caratterizza per le colonne poste agli angoli dell’ottagono che sorreggono un pesante massiccio architrave e cornicione, che, a sua volta, cinge tutto l’ambiente, comprese le cappelle. Al di sopra del cornicione, la parete è decorata con riquadri e cornici più piatte e meno appariscenti. Al di sopra della cupoletta sono inserite quattro finestre entro unghiature. La cupoletta, a sua volta, e scompartita da leggerissimi costoloni che la suddividono in settori disuguali. A livello superiore l’ottagono si rivela irregolare.
A livello del pavimento, nelle pareti tra le colonne, si aprono porte sovrastate da coretti e decorate con targhe di stucco d’impronta barocca, rara concessione dell’architetto Carlo Cesare Scaletta al gusto del tempo. L’altare o residenza della sacra immagine della Madonna della Salute e opera degli scultori Giovanni e Domenico Fuschini. L’alzata è formata da quattro colonne che reggono un timpano spezzato con grande targa centrale. La realizzazione in pietra d’Istria e marmi pregiati di vari colori fu terminata solo nel 1746.
La sacra immagine della Madonna della Salute non è di quelle che si ammirano per la qualità dell’arte e la fama dell’artista; eppure la sua relativamente breve esistenza ha contribuito a confortare e sollevare dalle tribolazioni. L’immagine, raffigurante una Madonna con Bambino, è in terracotta realizzata in rilievo da stampo, decorato su ingobbio, tecnica ceramistica povera tipica delle immagini devote destinate a larga diffusione. La targa misura 23×43 e il decoro a colori vivaci è lo stesso che si trova nel vasellame comune del XVII secolo. Un incauto collage eseguito rudimentalmente dopo i danni subiti dalla sacra immagine durante l’ultimo conflitto bellico, ha determinato la recente decisione di un restauro scientifico eseguito nell’istituto “G. Ballardini” di Faenza.
Notizie aggiuntive: Il Santuario possiede al suo interno un museo, aperto tutti i giorni con ingresso gratuito, dove viene conservata una raccolta di circa 200 tavolette votive dal XVIII sec. a oggi.
Orario festivo: la S. Messa festiva viene celebrata alle ore 10.00
Come arrivare: Il Santuario sorge a 1 km. circa dal centro abitato.