Indirizzo: Corso Matteotti
Testo analitico: S.Agostino possiede questo nome solo dal XV secolo, anche se i Padri Agostiniani vi erano insediati già dal 1256: in precedenza infatti la chiesa era dedicata a San Giovanni Evangelista; era detta anche di San Giovanni in Sclavo per via del patronato dell’antica, forse longobarda, famiglia Sclavi.
Nel 1271 la chiesa assunse forme gotiche, di cui restano pochi avanzi (tracce di finestre, archi, varie parti murarie) sulla fiancata esterna sinistra (quella su vicolo Sant’Agostino) e lo stesso avvenne nell’attiguo convento, di cui restano la porta della Sala Capitolare e le belle arche parietali in cotto sotto il lato sinistro del chiostro. La tradizione riporta la presenza in questa chiesa di due grandi della Chiesa: Martin Lutero (che fu infatti frate agostiniano) e l’ancor giovane Gerolamo Savonarola, ma mentre la prima non è confermata la seconda è sicura e si riferisce anzi all’ascolto, qui in questa chiesa, della predica di un agostiniano dopo la quale Savonarola (di passaggio a Faenza dalla natia Ferrara) si convinse a prendere i voti.
Agli inizi del Settecento alla chiesa vennero conferite le attuali forme barocche, ad opera di Carlo Cesare Scaletta e poi di Raffaele Campidori, forse con la collaborazione dei capomastri Antonio e Gianbattista Boschi. Il campanile, che era del 1712, venne purtroppo minato e fatto saltare dai Tedeschi nel 1944 e malamente ricostruito nel 1962 con pessimo laterizio, di colore e aspetto assai diverso da quello originale.
L’opera d’arte più importante è una tavola primo-cinquecentesca (Madonna e Santi) del faentino Sebastiano Scaletti, collocata in posizione un po’ infelice, in alto lungo la navata sinistra. Nella parte sinistra del presibiterio è collocata inoltre una grande tela, incompiuta, con la “Madonna di Casola”, rara opera del faentino Domenico Matteucci, uno dei maggiori ceramisti locali del XX secolo.
Come arrivare: La chiesa è regolarmente officiata, funziona come parrocchia ed è di norma aperta tutti i giorni, sia pure con orario non regolare; in caso di chiusura è possibile suonare nell’attigua canonica e chiedere cortesemente il permesso di visita. L’accesso più semplice e da Piazza del Popolo verso sud, tramite Corso Matteotti, a metà del quale, in un piccolo slargo sulla sinistra, si trova la chiesa.