Indirizzo: Via Emilia
Testo analitico: La sua costruzione risale agli anni 1506-07, su progetto del castellano mastro Lamberto Galvani, e consacrata il 18 maggio 1508 dal vescovo d’Imola Simone Bonadies.Questo edificio, a volta, è giunto a noi praticamente integro, poiché i lavori di restauro che durante i secoli si sono succeduti, fino all’ultimo di dieci anni fa, non ne hanno intaccato la sua semplicità e purezza di forme. Intorno alla chiesa, nell’intenzione dei fondatori, doveva esservi costruito un luogo di raccolta per gli appestati. All’inizio del XVII secolo fu dato il rosso a tutti i muri esterni e tra il 1612 e il 1674 furono eseguiti alcuni rinnovamenti.La chiesa era dedicata ai Ss. Sebastiano e Rocco: il primo venerato all’altare maggiore e il secondo in quello di destra. Forse inizialmente esisteva una tavola che raffigurava i due titolari, poi sostituita con l’affresco, tuttora esistente, eseguito negli anni 1532-34 in cui sono rappresentati La Vergine in trono con bambino e i Ss. Giuseppe, Sebastiano, Filippo Benizzi e Rocco, opera di Girolamo da Treviso il Giovane. Un campaniletto a vela sorge sopra la chiesa a est dell’altare maggiore e fino a poco tempo fa vi era un’unica campana proveniente dal Palazzo Pretorio e fusa nel 1335 (oggi è conservata al Museo Civico); esisteva anche una canonica, diventata sovente rifugio di banditi, e per questo distrutta alla fine del XVII secolo.La chiesa venne chiusa al culto nel 1865 e affittata ad uso di magazzino, rimanendo per sessant’anni in stato di abbandono. Nel 1924 venne acquistata dal cav. Francesco Gottarelli il quale la cedette al Municipio affinché la restaurasse e la riconsacrasse alla memoria dei Caduti nella guerra 1915-18.L’esterno, tutto in mattoni a vista, è scandito nella pareti laterali dalle imposte degli altari e delle paraste angolari e mediane; la facciata, ben proporzionata, nella quale si apre il portale (opera dei fratelli Casalini) e, superiormente, il rosone, è abbellita da una serie di cinque archetti simmetrici e da una croce di cotto. L’interno è a una navata, con soffitto a volta e pavimento in cotto. Nella cupola si ammirano I quattro Evangelisti e l’Agnello, affreschi di scuola romagnola, mentre sopra l’altare maggiore vi è invece l’affresco del quale abbiamo già parlato. Notevole la cancellata in ferro battuto opera del faentino Luigi Matteucci e le lapidi in marmo con i nomi dei Caduti.