Indirizzo: Centro Storico
Itinerari dettaglio: Il neoclassico costituisce notoriamente una delle stagioni piu felici per Faenza che grazie ad una certa disponibilità economica, all’aggiornamento di alcuni suoi architetti (Pistocchi soprattutto ma anche Antolini e Tomba) e all’apertura mentale della classe borghese committente (spesso di simpatie giacobine o comunque “progessiste”, direttamente dalla Rivoluzione Francese), seppe avviare un grandioso “cantiere” di rinnovamento edilizio, specialmente nell’architettura civile. Un primo esempio lo troviamo in pieno centro, nel palazzo Laderchi che fa angolo fra Piazza Libertà e Corso Garibaldi. L’esterno presenta forme neo-cinquecentesche piuttosto grevi, ma gli interni (solo parzialmente visibili) sono fastosi e decorati con stucchi e affreschi. Interamente visitabile e invece Palazzo Milzetti, in via Tonducci (dalla piazza verso sud-ovest, Rione Verde), episodio unico e perfettamente conservato, di livello europeo. Anche qui la solenne “seriosità” degli esterni non lascia presagire il vero trionfo di leggerezza nascosto negli interni: l’architettura e mirabilmente accordata con l’apparato decorativo, ad affreschi, ornati e stucchi, eseguiti da un’equipe faentina coordinata dal piemontese Felice Giani (1758-1823). Celeberrimi i saloni (tra cui quello delle Feste, a galleria) e i budoir, sempre con raffinati affreschi di soggetto mitologico. Per il neoclassico poi non si può trascurare il Teatro Comunale (vistabile su richiesta in Municipio), eretto fra il 1780 e il 1788 su disegno del Pistocchi, che si ispirò all’Olimpico di Vicenza per l’impianto “all’italiana” e per la scansione delle colonne sormontate da statue. Oltre ad una serie di palazzi privati (ma ben visibili da fuori, come i Palazzi Gessi e Conti-Sinibaldi), si consiglia la visita ad alcuni edifici che danno un’idea dell’Ottocento faentino, in cui il neoclassico si prolunga più che in altre città ma cedendo infine il posto all’eclettismo. Gradevolissimo e il Fontanone, costruito nel 1824 dal Tomba come fondale prospettico al viale di platani dello “stradone”, ma interessanti, e dello stesso autore, sono le chiese di S.Sigismondo e S.Vitale (la prima quasi sempre chiusa, a differenza della seconda che ospita anche mostre temporanee) e, sempre in corso Mazzini, casa Bubani (ancora Tomba) e l’attiguo palazzo Zucchini (dell’architetto A. Zannoni, 1866).
Modalità di accesso e requisiti: Si consiglia ancora una volta di spostarsi a piedi oppure in bicicletta (il Comune ne mette a disposizione alcune gratuitamente e si trovano in vari punti della città, in questo caso fin dalla piazza), data la non-accessibilità alle automobili in diverse parti dell’itinerario. Alcuni dei palazzi indicati sono di proprietà privata e quindi visibili solo all’esterno. Palazzo Laderchi è comunale ma ancora in parte adibito ad uffici e sedi associative e comunque in attesa di un lungo e complesso restauro. Interamente visitabile (a pagamento) è invece Palazzo Milzetti, sede del Museo del Neoclassicismo e di fatto soprattutto museo di sè stesso (il contenitore è di importanza tale da eclissare qualsiasi contenuto). Di altri edifici, ad esempio palazzo Zucchini, sono visibili anche i cortili interni (di norma sempre aperti), oppure si può approfittare di alcune occasioni – ad esempio le mostre, per il Fontanone e per la chiesa di San Vitale – per una visita completa.