Indirizzo: Centro Storico
Itinerari dettaglio: Dal lato sud di Piazza del Popolo si imbocca la via Severoli, poi S.Maria dell’Angelo, che ci porta alla chiesa omonima, eretta nel trentennio 1620-1650 dai Gesuiti con un cantiere estremamente complesso, viste anche le notevolissime dimensioni della chiesa. Oltre ai caratteri architettonici – nell’esterno la facciata risulta incompiuta ma piacevolmente “mossa” e con bei chiaroscuri, l’interno appartiene ad una tipologia “standardizzata” come di norma nelle chiese gesuitiche, ma con accorgimenti tecnici e particolari grandiosi (si veda la cupola) – sono da ammirare i celebri obelischi dell’altar maggiore, disegnati dal Borromini. Voltando poi subito a destra in via Barbavara si sbuca in Corso Mazzini di fronte alla chiesa del Suffragio, dalla facciata in mattoni e in pietra chiara, di aspetto antico, con uno zoccolo basale e due bellissime volute barocche in alto: si tratta di spungone, roccia locale assai rara, impiegata in edilizia fin dall’eta romana e successivamente riutilizzata: i blocchi in questione provengono dal ponte romano “del Quadrone”, usato per secoli, fino al Settecento, come “cava” di materiale lapideo. Da qui si raggiunge il vicino piazzale di San Domenico, con la relativa chiesa che costituisce uno degli ultimi esempi di barocco locale (anni ’60 del Settecento), con influssi classicisti di tipo palladiano imputabili all’architetto (il bolognese Tadolini) ma trodotti in linguaggio faentino dai costruttori, fra cui il bravo Gioacchino Tomba, capomastro, che proprio qui trovò la morte cadendo dalle impalcature. Tornati su Corso Mazzini si procede verso ovest fino all’ospedale, preceduto dalla piccola ma importante chiesa di S.Giovanni di Dio (1753), ad aula unica scandita da semicolonne e con il celebre motivo della “colonna libera” nel presiberio, a reggere l’arco trionfale con effetti di profondità e leggerezza; pregevolissimi anche i dipinti, soprattutto quelli di Filippo Comerio, milanese, pittore e ceramista che seppe rinnovare il linguaggio locale. Tornando indietro si puo deviareverso la zona nord-est (Rione Nero) per vedere l’ultimissimo (in senso cronologico) barocco faentino, già mirabilmente innestato delle prime suggestioni neoclassiche romane e venete: la chiesa di S.Ippolito.
Modalità di accesso e requisiti: Anche questo itinerario è in pratica, fattibile solo a piedi, svolgendosi in gran parte nella zona a traffico limitato e comprendendo numerose soste e/o deviazioni.