Ufficio informazioni turistiche di riferimento:

Angelo Biancini nasce a Castelbolognese nel 1911.
Nel 1929 si iscrive all’Istituto d’Arte di Firenze dove frequenta soprattutto lo studio di Libero Andreotti, un maestro per il quale dimostrerà sempre stima e rispetto.

Nel 1932 inizia ad esporre le sue opere in pubblico. Nel 1934 arriva la sua prima affermazione: con la sua “Lupa” vince per la sezione scultura ai Littoriali dell’Arte a Roma.

Nel 1934 partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia. Con oggetti realizzati su suo disegno dall’ENAPI prende parte alla VI Triennale di Milano. Realizza, nel 1935, la statua dell’Atleta vittorioso nel Foro Mussolini (oggi Stadio dei Marmi) a Roma.

Già a queste date Biancini gode di una reputazione a livello nazionale, mentre, a livello faentino, viene seguito e aiutato da Gaetano Ballardini.

Infatti, dietro consiglio e aiuto del Direttore del Museo delle Ceramiche di Faenza, dal 1937 al 1940 si trasferisce a Laveno per collaborare con Guido Andlovitz alla direzione artistica della Società Ceramica Italiana.

Nel 1942 entra all’Istituto d’Arte per la Ceramica di Faenza e, nel dopoguerra, subentrerà a Domenico Rambelli nella cattedra di Plastica.
Ormai la figura di Biancini emerge come una delle più autorevoli tra le nuove leve della scultura italiana.

Nel 1943 con una mostra personale presso la Quadriennale Romana, ottiene il premio nazionale. Nel 1946 e nel 1957 riceve il Premio Faenza
Nel dopoguerra partecipa alla grande mostra della scultura italiana organizzata dalla Galleria della Spiga di Milano nel 1946. Le due personali milanesi del 1948 e del 1956 alla Galleria San Fedele lo impongono ulteriormente all’attenzione della critica nazionale.
Sono numerosi i premi negli anni successivi: al Palazzo Esposizioni di Milano vince il Bagutta per la scultura (1961), nello stesso anno, è premiato per il bronzo “San Giovanni nel deserto” alla Mostra Internazionale di Arte Sacra di Trieste dove vince nuovamente nel 1963 con “Il Pastore Sacro”. Nello stesso anno si afferma a Padova alla Mostra Internazionale del bronzetto.
Tra le sue opere monumentali si segnalano i rilievi per la nuova Basilica di Nazareth (1959), il baldacchino del Tempio dei Martiri Canadesi a Roma (1961), il ciclo scultoreo per l’Ospedale Maggiore di Milano (1964).
Seguiranno poi i lavori per la Chiesa dell’Autostrada del Sole di Firenze, per l’Hospitium di Camaldoli, per il palazzo della FAO a Roma, Arenzano, Algeri, Buenos Aires e tanti altri.

Tra le opere a carattere commemorativo si ricordano il Monumento alla Resistenza di Alfonsine (1972), a Grazia Deledda a Cervia (1956), ad Angelo Celli a Cagli (1958), a Alfredo Oriani a Casola Valsenio (1963) e a Don Minzoni a Argenta (1973).

Muore nel 1988 a Castelbolognese, la piccola cittadina in cui era nato.

Note aggiuntive:
Castel Bolognese dal 1995 ha accolto fra le sue piazze, strade e viali alcune importanti sculture di Angelo Biancini (1911-1988), opere che hanno integrato con vigore il patrimonio già presente nei luoghi pubblici della città. Si tratta di lavori in bronzo, appartenenti ai suoi eredi e affidati al suo paese natale. Le opere che decorano e rendono preziosa Castel Bolognese rappresentano un ideale percorso attraverso la storia dell’arte di Biancini, seguendo la sua evoluzione artistica dagli anni ‘30 fino alla morte. Passeggiando per la città sarà possibile quindi ammirare statue che si confondono fra gli alberi dei viali, opere che impreziosiscono la piazza centrale e sculture che segnano le porte d’ingresso al paese.
Si tratta di pezzi unici, prove di fusione, multipli che sono andate ad affiancarsi ad altre che negli anni si erano stratificate nell’ambiente castellano.

Collegamento ad altre pagine web: